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Aiuta la tua memoria e previeni naturalmente l’insorgenza di malattie neurodegenerative quali il morbo di Alzheimer

Se pretendi prestazioni super dal tuo cervello per motivi di lavoro o di studio o più semplicemente hai una certa età, certamente accuserai affaticamento mentale e una
certa lentezza nel memorizzare nuove informazioni o nel richiamare prontamente dati già acquisiti in precedenza.

Fortunatamente, c’è un modo per prevenire questi sintomi:
l’integratore alimentare a base di Olio extra vergine di oliva biologico arricchito di Olio essenziale di salvia officinalis, Acidi grassi Omega 3, Coenzima Q 10, Acido alfa lipoico, Vitamina E, Vitamina D3 e Melatonina.

Che cosa é e dove si trova la memoria?

La memoria é una abilità comune a tutti gli esseri viventi. Il genere umano ha notevolmente sviluppato nel corso dei millenni la sua struttura cerebrale e di conseguenza ha potenziato le sue facoltà di apprendimento, immagazzinamento, amministrazione e richiamo di informazioni di ogni genere. Classifichiamo la memoria in sensoriale, informazioni raccolte tramite i sensi (un profumo, una immagine, un suono, un sapore, un contatto) quasi immediatamente dimenticate, a breve termine, di capienza ridotta, conserva informazioni da utilizzare nell’immediato o inviare alla memoria a lungo termine (un nome, un numero), a lungo termine di capienza illimitata si divide in procedurale, ricordi automatici (guidare l’automobile o scendere una scalinata) e dichiarativa, ricordi consci e voluti (password, indirizzi) a sua volta suddivisa in episodica (avvenimenti ed esperienze personali) e semantica (tutte le conoscenze generali che acquisiamo nella vita – alfabeto, tabelline, nozioni storiche).

Sono presenti nel cervello circa 86 miliardi di neuroni, cellule complesse che comunicano continuamente tra loro tramite segnali elettrochimici attraverso connessioni chiamate sinapsi ricevendo informazioni attraverso i dendriti ed inviando informazioni attraverso gli assoni. Quando una informazione entra nel cervello attraverso i sensi passa da un neurone all’altro e costituisce uno schema di cellule nervose caratteristico. Affinché si crei un ricordo la connessione deve essere codificata attraverso la ripetizione, consolidata ed immagazzinata in diverse aree del cervello (corteccia cerebrale ed ippocampo) da dove al bisogno recuperare il ricordo.

Che cosa é il morbo di Alzheimer (AD)

 

Il morbo di Alzheimer (AD) è una condizione neurodegenerativa caratterizzata clinicamente daperdita di memoria, destrutturazione delle capacità cognitive, declino cognitivo progressivo e, istologicamente, dalla formazione di placche senili e grovigli neurofibrillari.

Le placche senili o placche amiloidi provocano un deterioramento delle sinapsi (strutture che consentono la trasmissione degli impulsi nervosi tra i diversi neuroni). Sono costituite da proteine β-amiloidi (Aβ) che prendono origine dalla proteina AβPP (β-amyloid Precursor Protein). E’questa una proteina di membrana codificata da un gene situato sul cromosoma 21 la cui funzione è quella di promuovere la crescita cellulare. Viene naturalmente tagliata da due proteasi: α-secretasi e γ-secretasi ma quando interviene una terza proteasi, la β-secretasi, si formano due frammenti da 42 e 40 amminoacidi dei quali solo quello da 42 amminoacidi porta all’aggregazione neurofibrillare tossica per i neuroni (grovigli). E’ come se un falegname non riuscisse più a tagliare pezzi tutti uguali e producesse tanti pezzi di scarto.

Le proteine β-amiloidi tendono ad aggregarsi dapprima in piccoli ammassi solubili in acqua liberi di muoversi nel cervello e infine in placche. L’espulsione delle proteine potenzialmente tossiche β-amiloide che si accumulano all’interno del neurone viene facilitata dalla proteina tau presente nei neuroni mediante formazione di filamenti che le intrappolano. Lo stress ossidativo e l’accumulo abnorme di Aβ provoca la iperfosforilazione della proteina tau e il suo malfunzionamento con un eccesso di accumulo dei suoi filamenti, non permettendole più di svolgere il suo ruolo di “ spazzino “ del peptide β-amiloide tossico. Il colesterolo prodotto dal fegato e quello assunto con l’alimentazione non possono essere utilizzati dal nostro cervello per la loro voluminosa struttura non in grado di oltrepassare la barriera emato-encefalica ( BBB ). Nel cervello particolari cellule nervose dette astrociti producono autonomamente il colesterolo. Viene utilizzato in quantità elevate nei neuroni dove ricopre gli assoni sotto forma di guaine mieliniche, rivestimenti protettivi delle fibre nervose col compito di consentire il propagarsi veloce e preciso degli impulsi nervosi e entra nella costituzione delle membrane cellulari dei dendriti e delle sinapsi. Il ciclo del colesterolo a livello cerebrale iniziato con la sua ossidazione si completa con l’eliminazione attraverso il circolo ematico del suo metabolita di scarto ( cerebrosterolo ) in grado di oltrepassare la BBB. E’ stato individuato nello stress ossidativo uno dei fattori che inibisce l’attività dell’enzima che converte il colesterolo in cerebrosterolo con conseguente accumulo cerebrale tossico di colesterolo. L’accumulo di Aβ, accompagnato da aumentate risposte infiammatorie nel cervello, lo stress ossidativo, l’esaurimento di energia neuronale e l’aumento dei livelli di colesterolo sono ora visti come cause dirette di neurodegenerazione e declino cognitivo.

La dieta mediterranea é il modello alimentare da tutti riconosciuto come il più salutare e completo da un punto di vista nutrizionale.

L’olio extra vergine di oliva rappresenta la principale fonte di grassi di origine vegetale. Esso contiene elevate quantità di numerosi principi attivi tra cui l’acido oleico,i polifenoli ( oleuropeina e i suoi derivati idrossitirosolo e tirosolo ), fitosteroli tocoferoli ( vitamina E ). Le proprietà benefiche dell’olio EVO sono in gran parte dovute al potente effetto antiossidante dei composti fenolici ed in particolare dell’ idrossitirosolo. Particolarmente efficace nel neutralizzare i “radicali liberi“ possiede una straordinaria capacità di proteggere le cellule di ogni distretto del nostro organismo dallo stress ossidativo. Assorbito quasi interamente dall’intestino ha la capacità di distribuirsi in molti tessuti e di accumularsi nel cervello dove protegge i neuroni dall’invecchiamento, stimola la neurogenesi, processo indispensabile per la formazione della memoria, promuovendo la proliferazione delle cellule staminali e dalle quali vengono generati i nuovi neuroni. Riesce a ripulire le cellule nervose dalle lipofuscine, pigmenti costituiti da grassi, carboidrati e proteine, detriti che si accumulano nelle cellule nervose con l’invecchiamento. Studi approfonditi hanno determinato che l’idrossitirosolo anche a dosi elevate non provoca effetti collaterali, non presenta problemi di tossicità genetica e non provoca mutazioni genetiche.

Che cosa é l’olio essenziale di Salvia Officinalis

L’olio essenziale di salvia é una sostanza aromatica concentrata volatile ottenuta per estrazione tramite distillazione in corrente di vapore. Essa è capace di migliorare l’umore e le prestazioni cognitive sia in soggetti adulti sani che in pazienti con demenza o danno cognitivo. Nei test della memoria risultano significativamente migliorati sia il richiamo immediato alle parole che le prestazioni della memoria secondaria e dei compiti di attenzione con ridotto affaticamento mentale e maggiore prontezza. Le attività dell’olio essenziale di salvia sono dovute alla capacità di inibire sia l’ acetilcolinesterasi ( AChE ) che la butirrilcolinesterasi ( BChE ), enzimi deputati alla degradazione dell’acetilcolina, un neurotrasmettitore essenziale dal punto di vista biochimico per il nostro organismo poiché interviene nella trasmissione degli impulsi nervosi.

Che cosa é il Coenzima Q10 e quali benefici apporta al nostro cervello?

Il Coenzima Q10 è una molecola sintetizzata in quantità sufficiente nel nostro organismo ed è ubiquitaria poiché è presente nelle membrane di tutte le cellule del nostro corpo, dove svolge una funzione stabilizzante e di mantenimento della necessaria fluidità e plasticità e nei mitocondri, organelli interni alle cellule con la funzione di centrali energetiche cellulari. Il CoQ10 al loro interno trasferisce gli elettroni guidando la fosforilazione ossidativa per produrre l’adenosina trifosfato (ATP), molecola che fornisce l’energia necessaria per quasi tutte le forme di lavoro cellulare. La quantità circolante deriva principalmente dalla sua biosintesi all’interno del nostro corpo. La via biosintetica parte dall’amminoacido tirosina e coinvolge numerose reazioni biochimiche che richiedono l’azione come cofattori di numerose vitamine quali la B1 (tiamina), B2 (riboflavina), B3 (niacina), B5 (acido pantotenico), B6 (piridossina), B9 (acido folico), B12 (cobalamina). Si trova in piccole quantità in alimenti quali le carni rosse, in certe qualità di pesce come sardine e sgombri, nella soia, nei frutti oleosi e nel germe di grano. I livelli di Coenzima Q10 si possono ridurre significativamente per l’avanzare dell’età, in presenza di alcune patologie

croniche quali Parkinson e diabete ed in seguito ad assunzione di farmaci, quali le statine, che inibiscono un enzima necessario sia alla sintesi epatica del colesterolo sia alla sintesi del Coenzima Q10. Il deficit potrebbe essere causato anche da un limitato apporto dietetico o dalla denaturazione, dovuta al calore e alla luce, di vitamine e cofattori necessari alla sua biosintesi endogena. Particolarmente concentrato negli organi più soggetti a stress ossidativo come cuore, muscoli e cervello esso gioca un ruolo molto importante nell’ossigenazione di queste parti del nostro organismo. E’ un potente antiossidante e, preservando le lipoproteine presenti nel sangue dall’attacco delle specie reattive dell’ossigeno ( radicali liberi ), contrasta la disfunzione mitocondriale e l’esaurimento energetico delle cellule neuronali. Previene il rischio di sviluppare patologie neuro degenerative sfavorendo l’accumulo nel citoplasma cellulare e nei mitocondri del costituente maggiore delle placche amiloidi, il peptide β-amiloide (Aβ) responsabile della malattia di Alzheimer (AD). La supplementazione nella dieta di CoQ10 ha mostrato una riduzione di alcune proteine utilizzate analiticamente come indicatori del livello dello stress ossidativo e migliori prestazioni cognitive.

Che cosa é la Vitamina D e quali benefici apporta al nostro cervello ?

La sintesi della vitamina D avviene nella pelle dove i raggi U.V. del sole trasformano un derivato del colesterolo in un precursore della vitamina D. Purtroppo la pelle dell’anziano non è più in grado di sintetizzarla in modo soddisfacente. Le creme solari normalmente in uso, gli indumenti troppo coprenti ed il pochissimo tempo trascorso all’aria aperta non permettono al sole di farci questo regalo. Viene immagazzinata soprattutto a livello del pannicolo adiposo sottocutaneo che, con l’avanzare dell’età, si assottiglia sempre di più fino a scomparire. Nonostante la cottura degli alimenti non distrugga la vitamina D il suo apporto con la dieta è carente a causa di patologie quali l’ipercolesterolemia il cui regime alimentare impone soprattutto agli anziani di non assumere alimenti naturalmente ricchi di calcio e vitamina D quali latte, formaggi e uova perché ricchi anche di colesterolo.

La Vitamina D agisce come un vero e proprio ormone, un neurosteroide, in una specifica regione del cervello deputata all’apprendimento e alla memoria, l’ippocampo in cui i recettori per la vitamina D ( VDR ) sono molto abbondanti.

E’ dimostrata una correlazione tra bassi livelli di vitamina D circolanti e deterioramento cognitivo o demenza nelle popolazioni che invecchiano.

L’integrazione con vitamina D migliora l’apprendimento e le prestazioni della memoria grazie alla riduzione delle citochine pro-infiammatorie IL-1β e all’aumento delle citochine IL-10 anti-infiammatorie ed è stata associata ad un minor rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer ( AD ) poiché riduce la produzione e aumenta la degradazione dei responsabili della formazione delle placche, i peptidi β-amiloide ( Aβ ), sfavorendo l’azione degli enzimi β-secretasi e γ-secretasi. Già un grado di ipovitaminosi di vitamina D molto moderata causa un aumento significativo del peptide amiloide-β (Aβ) che sopprime il gene del recettore della vitamina D ( VDR ), induce l’espressione del gene dell’enzima necessario per la distruzione della vitamina D nei neuroni ippocampali e ostacola la formazione del legame della vitamina D col suo recettore VDR causandone l’utilizzo difettoso.

La vitamina D3 promuove, tramite fagocitosi, l’attività di soppressione dei peptidi Aβ della malattia di Alzheimer da parte dei macrofagi (cellule del sangue appartenenti ai globuli bianchi col compito di distruggere gli agenti dannosi per l’organismo), sfavorisce nell’ippocampo la perdita di neuroni e contrasta l’inefficienza delle sinapsi deputate alle trasmissioni nervose.

Che cosa é la Vitamina E e che benefici apporta al nostro cervello ?

La Vitamina E è un potente antiossidante ed è composta da 4 tocoferoli e 4 tocotrienoli (alfa, beta, gamma, delta). E’ molto diffusa negli alimenti soprattutto nei frutti oleosi come le olive, le arachidi, il mais e nei semi di grano. La si trova anche nei cereali, nelle noci e nelle verdure a foglia verde.

Livelli elevati di γ-tocoferolo, β-tocotrienolo e in generale tutti i tocotrienoli sono associati a un ridotto rischio di deterioramento cognitivo negli anziani.
La prevenzione antiossidante può essere utile nelle terapie di AD poiché lo stress ossidativo è una delle cause del malfunzionamento della proteina tau e del danno alle membrane neuronali.

I tocotrienoli riducono il pool di farnesil pirofosfato derivato dal mevalonato (FPP) e di geranilgeranile pirofosfato (GGPP) causa di mutazioni e disfunzioni, tramite “ prenilazione “, delle proteine che regolano le funzioni neuronali.
Sensibile al calore e alla luce tende a degradarsi in presenza di alte temperature.

Che cosa é la Melatonina e che benefici apporta al nostro cervello?

La Melatonina è un ormone prodotto dalla nostra ghiandola pineale che con l’avanzare dell’età gradualmente rimpicciolisce e si calcifica riducendo la produzione dell’ormone fino alla sua scomparsa.
E’ un potente antiossidante ed esplica la sua azione come scavenger “ spazzino “ dei radicali liberi interrompendo la catena di reazioni innescate da specie reattive dell’ossigeno (ROS) o dell’azoto (RNS).

Il trattamento con melatonina è qualificato per essere una terapia preventiva e non curativa del morbo di Alzheimer diagnosticato precocemente in quanto può ridurre

l’aggregazione e la tossicità dei peptidi β-amiloide stimolando le α-secretasi e conseguentemente abbassando la regolazione di entrambe le β e γ-secretasi.

Che cosa é l’acido alfo-lipoico e che beneficio apporta al nostro cervello ?

L’acido alfa-lipoico è un acido grasso contenente zolfo prodotto naturalmente dal fegato e da altri tessuti del nostro organismo mediante reazioni enzimatiche nelle cellule e più precisamente nei mitocondri. Può essere introdotto attraverso alimenti che ne sono particolarmente ricchi consumando vegetali quali broccoli, spinaci, piselli, pomodori, riso integrale, crusca e carni rosse quali fegato, rene e frattaglie. La cottura dei suddetti alimenti però facilmente lo denatura a causa del suo basso punto di fusione ( 62°C ). E’ un potente antiossidante ed esercita una azione “scavenger” (spazzino) tra le più potenti sui radicali liberi dell’ossigeno. I radicali liberi sono cellule altamente instabili per lo più derivate dall’ossigeno (ROS o Reactive oxygen species, specie reattive dell’ossigeno) che, nel tentativo di stabilizzarsi, attaccano le molecole vitali delle nostre cellule come ad esempio i lipidi, le proteine e gli acidi nucleici. Viene definito “l’antiossidante degli antiossidanti” poiché è in grado di rigenerare gli altri elementi antiossidanti quali ad esempio le vitamine E, C, il coenzima Q10 e il glutatione. Poiché ha la capacità di oltrepassare la barriera ematoencefalica (BBB) e di dissolversi sia nell’acqua che nei lipidi combatte lo stress ossidativo provocato dai radicali liberi presenti sia all’interno delle cellule, in un ambiente acquoso (idrofilo) come il citoplasma delle cellule (dove agiscono anche altri antiossidanti come la vitamina C ), sia in un ambiente oleoso ovvero ricco di lipidi (lipofilo) com’è la membrana dei neuroni e delle cellule, la cui integrità è fondamentale per la trasmissione degli impulsi nervosi. Può in tal modo ritardare l’insorgenza o rallentare la progressione del morbo di Alzheimer in forma lieve e stabilizzare le funzioni cognitive. Favorisce la produzione di Acetilcolina uno dei maggiori responsabili della trasmissione degli impulsi nervosi migliorando la memoria. Previene l’ossidazione del colesterolo LDL e la sua combinazione con gli acidi grassi ω-3 può rallentare il declino cognitivo e funzionale nell’Alzheimer.

Cosa sono gli Omega 3 e che beneficio apportano al nostro cervello?

Gli Omega 3 sono degli acidi grassi polinsaturi definiti “ essenziali “ perché il nostro organismo non riesce a sintetizzarli ma ha bisogno che vengano introdotti con il cibo.

Discrete fonti alimentari di Omega 3 sono alcuni pesci – acciuga, aringa, sardina, tonno, salmone – l’olio di pesce, l’olio di krill e i crostacei, mentre alcuni vegetali – noci, semi di lino, semi di chia – e alcuni oli vegetali – olio di semi di lino – sono ricchi di acido alfa-linolenico ( ALA ).

L’acido eicosapentaenoico ( EPA ) e l’acido docosaesaenoico ( DHA ), seppur in minime quantità possono essere sintetizzati dall’organismo umano a partire dall’acido alfa-linolenico ( ALA ).
Gli Omega 3 sono piuttosto sensibili al calore, alla luce e agli agenti ossidanti ed il loro contenuto negli alimenti può ridursi molto a causa di cotture prolungate. L’assimilazione degli Omega 3 viene sfavorita dal consumo di oli ricchi di Omega 6, come ad esempio l’olio di semi di mais o quello di semi di girasole, mentre è resa ottimale dal consumo di oli ricchi di Omega 9 ( acido oleico ) come ad esempio l’olio extra vergine di oliva.

Gli acidi grassi polinsaturi a catena lunga omega-3 ( EPA e DHA ) estratti da pesci sia grassi che magri ed altamente purificati quando vengono sistematicamente assunti con la dieta o mediante integratori alimentari possono esercitare effetti benefici sulla struttura e sulle funzioni del cervello in adulti anziani sani. L’esercizio fisico favorisce l’assimilazione di EPA e DHA i cui livelli risultano aumentati nell’organismo dopo supplementazione con la dieta. L’acido docosaesaenoico (DHA) aumenta i livelli del fattore neurotrofico cerebrale (BDNF) che esercita la sua azione sulla plasticità delle membrane nervose, sulla trasmissione sinaptica, sull’apprendimento e la persistenza della memoria a lungo termine (LTM) e la memoria spaziale. Il DHA è particolarmente presente nella regione interna dei due lobi temporali del cervello, l’ippocampo, e i neuroni dell’ippocampo possono sintetizzarlo, assorbirlo ed incorporarlo nei fosfolipidi della membrana neuronale con conseguente aumento della formazione di nuovi neuroni e della plasticità delle sinapsi. I livelli di DHA dell’ippocampo diminuiscono con l’età e nelle malattie neuro degenerative quali la malattia di Alzheimer (AD) e questa diminuzione è associata a ridotta capacità di apprendimento, di elaborazione delle memorie esplicite (dichiarativa e semantica), di trasformare la memoria da breve termine in memoria a lungo termine e nella navigazione spaziale. L’aumento del consumo alimentare o alti livelli ematici di acido docosaesaenoico (DHA) preservano l’integrità dei neuroni dell’ippocampo e sembrano protettivi per l’AD e altre forme di demenza poiché limitano la produzione e l’accumulo della tossina del peptide β-amiloide. L’efficacia può essere maggiore e i primi stadi della progressione della malattia possono essere rallentati se l’integrazione alimentare di DHA inizia molto presto consumando pesce una volta alla settimana o più. Sia EPA che DHA sono in grado di favorire la degradazione dell’Aβ mediata dall’ enzima di degradazione dell’insulina ( IDE ) mentre il DHA aumenta la fagocitosi di Aβ da parte dei macrofagi e riduce significativamente i livelli di colesterolo e acidi grassi saturi nelle frazioni di

membrana neuronale. Il DHA contrasta la formazione delle placche amiloidi, aumenta l’elaborazione non-amiloidogenica della proteina precursore β-amiloide (βAPP) incrementando l’attività della α-secretasi ed attenua l’elaborazione amiloidogenica influenzando l’attività della β e della γ-secretasi.

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